Le opportunità per le PMI con crediti inesigibili in bilancio e la trasformazione in credito di imposta prima della chiusura dell’esercizio in corso
L’anno contabile e fiscale 2021 entrerà sicuramente negli annuali della storia economica italiana, perchè raggiungere l’obiettivo di poter ripartire nel 2022 non sarà così scontato per migliaia di imprese italiane colpite dalle crisi che continuano a susseguirsi, solo per citarne alcune, la pandemia da covid-19 e varianti, la guerra in ucraina ed il coinvolgimento di tutta l’europa, la crisi alimentare da scarse precipitazioni, ecc.
All’interno dei bilanci aziendali v’è una voce importante, soprattutto per alcuni settori, parliamo dei crediti vs clienti.
Se è vero che da una parte i crediti commerciali sono una liquidità differita che va a migliorare il capitale circolante netto, dall’altra sono soggetti ad un certo livello di rischio di insolvenza dei debitori.
Per procedere al recupero del credito esistono diverse fasi, sia del recupero stragiudiziale che di quello legale.
Una volta terminati questi step il credito viene considerato inesigibile dall’impresa.
Quando la definizione di credito inesigibile combacia con quella descritta dai principi contabili che permettono la portata a perdita in fase di redazione del bilancio?
GLI ELEMENTI CHE RENDONO UN CREDITO INESIGIBILE
All’interno del T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) l’articolo 101, comma 5, definisce i requisiti per poter portare a perdita un credito.
Un ulteriore elemento utile per poter ritenere un credito inesigibile è l’irreperibilità comprovata da parte del debitore e quindi l’impossibilità di mettersi in contatto con quest’ultimo.
Altro aspetto è invece la certezza dell’insolvenza del debitore oppure, nel caso di debitore residente all’estero, ci siano delle evidenti difficoltà nella sua gestione.
Altro fattore è quello del valore del credito, che, se di entità modesta (oltre i limiti definiti dall’art. 101, comma 5), permette la portata a perdita.
Infine, sono soggetti a portata a perdita anche i casi in cui il debitore non può essere assoggettato a procedure concorsuali.
Le valutazioni e le previsioni di natura fiscale ben sappiamo che risultano non congeniali alle esigenze di bilancio, infatti non tutta la parte inesigibile diviene automaticamente deducibile dal conto “crediti verso clienti“.
LA CESSIONE DEL CREDITO PRO SOLUTO
Tra le opzioni di gestione dei crediti inesigibili una delle possibilità maggiormente vantaggiose per le PMI è quella della cessione crediti pro soluto.
Grazie alla cessione pro soluto, differente dalla soluzione pro solvendo nella quale il rischio di credito rimane in capo al cedente, è possibile ripulire il bilancio dai crediti considerati deteriorati. (NPL)
La circolare 26/E del 1° agosto 2013 dell’Agenzia delle Entrate, a seguito del D.L. 22/6/2012 convertito nella L. 134/2012, definisce infatti la possibilità di dedurre fiscalmente le perdite derivanti dalla cessione a terzi dei crediti.
Inoltre, il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 2 aprile 2015 n. 53, ha inserito tra i soggetti abilitati a svolgere le pratiche relative alla cessione crediti le Società di gestione e recupero del credito. Tale abilitazione consiste nella licenza di Agenzia Pubblica d’affari di cui all’art 115 TULPS.
IL DECRETO CURA ITALIA E LA TRASFORMAZIONE DEI CREDITI IN CREDITO D’IMPOSTA
Tra le diverse azioni messe in atto dal Governo in questi mesi di emergenza, sanitaria prima ed economica poi, il Decreto Cura Italia DECRETO-LEGGE 17 marzo 2020, n. 18 introduce un nuovo strumento utile a migliorare la liquidità delle imprese.
Nello specifico l’art. 55 definisce la possibilità di monetizzare le attività delle imposte anticipate trasformando una percentuale dei crediti ceduti in credito di imposta utilizzabile all’interno dell’esercizio.
I crediti inclusi in questa disposizione devono
- essere scaduti da più di 90 giorni,
- appartenere ad uno dei seguenti componenti:
- le perdite fiscali non ancora scomputate dal reddito imponibile ex art. 84, TUIR;
- i benefici ACE non ancora fruiti e riportati in avanti.
I VANTAGGI DELLA CESSIONE PRO SOLUTO E DELLA TRASFORMAZIONE IN CREDITO D’IMPOSTA
In generale attraverso la cessione pro soluto si può ottenere un primo beneficio fiscale relativo al minore reddito imponibile rilevato da bilancio in pari importo di deduzione dei crediti ceduti.
In aggiunta la possibilità, grazie all’eliminazione di crediti non recuperabili, di redigere un bilancio trasparente migliorando la posizione finanziaria netta dell’impresa e la sua affidabilità verso finanziatori esterni.
La trasformazione di una parte dei crediti ceduti in credito d’imposta permette invece di sfruttare parte di quel credito per compensare altre imposte relative all’esercizio in corso, destinando la liquidità a investimenti e operatività ordinaria.
LA SIMULAZIONE PRATICA DEL RISPARMIO ECONOMICO/FISCALE
Per fornire un esempio numerico ipotizziamo un valore del credito ceduto di € 10.000,00.
Di questi il 20%, grazie al decreto cura italia , diventano la base per il calcolo del credito di imposta.
Sul 20%, equivalente quindi a € 2.000,00, viene quindi applicato il 24% (IRES) che definisce l’importo finale del credito di imposta recuperato, per un valore totale di € 480,00.
A questo vantaggio si va aggiungere il 24% di IRES non dovuta sul valore totale del credito ceduto (€ 10.000,00) per un risparmio fiscale di € 2.400,00. Il beneficio fiscale finale in questa simulazione equivale quindi a € 2.880,00.
Richiedi una consulenza gratuita per la cessione dei crediti inesigibili della vostra clientela. Il nostro Consulente sarà lieto di fornire tutte le informazioni utili a valutare la cessione.
Perché la cessione pro soluto conviene ancora di più con il Decreto Cura Italia
Per affrontare l’emergenza Covid-19, il governo italiano ha adottato misure straordinarie finalizzate a prevenire e ad arginare gli effetti negativi sul sistema economico. Tra i provvedimenti per il sostegno di famiglie, lavoratori e aziende, ricordiamo il Decreto Cura Italia (in vigore dal 17 marzo 2020) che con l’art. 55 ha introdotto benefici fiscali sulla cessione del credito pro soluto.
Nello specifico, l’art. 55 del Decreto Cura Italia offre diversi vantaggi alle imprese che intendono cedere a titolo oneroso i crediti deteriorati vantati nei confronti di debitori che non hanno saldato il pagamento entro 90 giorni.
Ulteriori dettagli sulla misura e spieghiamo i benefici della cessione pro soluto.
La conversione delle imposte anticipate in credito d’imposta: i vantaggi per le aziende
La scadenza per usufruire delle agevolazioni del Decreto Cura Italia con la cessione del credito è stata prorogata al 31 dicembre 2021. Tutte le imprese possono usufruire dell’agevolazione fiscale prevista dall’art. 55, escluse le società per le quali è stato accertato lo stato di dissesto o il rischio di dissesto ai sensi dell’art. 17 del DLGS n. 180/2015.
Grazie a questa manovra, le imprese possono convertire le Deferred Tax Asset (DTA) in crediti di imposta con effetto immediato sulla liquidità. Le DTA convertibili derivano da:
- perdite fiscali non ancora assorbite alla data di cessione;
- eccedenze ACE non ancora dedotte né fruite alla data di cessione.
I crediti di imposta ottenuti con la conversione delle DTA possono essere:
- portati in compensazione;
- ceduti a terzi al valore nominale;
- chiesti a rimborso in misura totale o parziale.
Cessione pro soluto: perché conviene con Incista SpA
Accade spesso che le aziende si ritrovino con credito inesigibile a causa di clienti inadempienti. Per minimizzare l’impatto negativo sul bilancio aziendale, è possibile ricorrere alla cessione del credito pro soluto che grazie al Decreto Cura Italia è ancora più conveniente.
Inoltre, grazie ai servizi di cessione pro soluto come quelli di Incista Spa, azienda con esperienza ultra trentennale nel settore, le aziende ottengono:
- vantaggi fiscali, con immediato risparmio dovuto alla conversione dei crediti non incassabili in perdite fiscalmente deducibili;
- vantaggi giuridici, grazie a un bilancio più pulito e trasparente;
- vantaggi economici, per il risparmio dei costi nella gestione del credito in sofferenza.
- vantaggi finanziari, per il risparmio di cassa o banca delle imposte pagate con la parte di credito divenuta credito d’imposta.
Società leader a livello internazionale, Incista SpA offre un servizio di cessione del credito pro soluto personalizzato in base al settore di competenza delle aziende.
Oltre ad azzerare il rischio di insolvenza da parte dei debitori, con la cessione pro soluto, aziende e PMI ottengono un significativo miglioramento dell’immagine, del rating e del rapporto con banche e fornitori.